Sandra Baruzzi “sguardi.2”
a cura di Anna Tabbia
In queste ultime opere della Baruzzi viene depositato uno sguardo composto da altri innumerevoli sguardi. L’occhio guarda ed è guardato, relazioni, emozioni di sguardi scambiati e immortalati in un luogo dove il confine e l’immaginario rappresentano la possibilità di “fare”, di scoprire e di osare.
Il suo sguardo scrutatore gioca a svelare affinità e incastri tra mondi, si nutre del contrasto per vedere meglio. S’avverte il rimando ad artisti “guardati” - Picasso, Miró, Gentilini, Tramonti - al disegno infantile, sempre fecondo d’immaginazione, dove la pesantezza si trasforma in leggerezza, dove una macchia con due puntini diventa volto, sguardo e relazione. Riprende simboli a lei cari: lune, scale, bestiario vario che ci introducono in una dimensione più intima e coinvolgente. Arte come luogo di costruzione delle identità perché sentita e filtrata da uno sguardo emotivo e partecipe; arte come ragnatela che impiglia, filo che annoda e collega mondi. Mondi coloratissimi di uomini, donne, animali, punti di vista eterogenei e differenti in uno sforzo costante di incontro e empatia con le cose e le storie che queste trattengono. Sguardi in connessione che ci portiamo dentro e che liberiamo fecondi. Uno scintillio di sguardi che la brillantezza della ceramica esalta e trattiene in tondi, l’attimo del vissuto immortalato per l’eterno nei quadri in tela, forme semplici, antiche che ci consegnano l’interiorità. Una ricerca attenta del materiale, di volta in volta scelto accuratamente e praticato con continuità, dove viene accolto e valorizzato l’imprevisto.
Una mostra di facce plurali, di sguardi che narrano il reale e l’immaginario, il ritrovamento e la perdita.
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